Make up sui mezzi pubblici: sì o no? C’è chi dice no

Aperto il dibattito su eventuali divieti di truccarsi in pubblico, specialmente in Giappone

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Le feste sono appena terminate e bisogna tornare alla vita di tutti i giorni con i suoi ritmi frenetici. Capita, nella fretta, di non riuscire a completare le operazioni di trucco e parrucco che vengono in parte rimandate al tragitto in bus o metro. In alcuni Paesi questa pratica assai diffusa ha trovato alcuni detrattori e si è innescato un dibattito su make up sì o make up no sui mezzi pubblici.

Il caso di Londra

Anche in una metropoli cosmopolita come Londra può capitare che truccarsi in pubblico possa creare qualche problema. Un utente di Twitter, @rosamundi, la vigilia di Capodanno ha pubblicato un tweet in cui “denunciava” la richiesta un uomo alla donna che lo accompagnava di smetterla di truccarsi mentre erano in metro. Mentre sul social impazzavano la polemica e le proteste contro l’uomo, nel vagone le donne che avevano assistito alla scena protestavano silenziosamente tirando fuori specchietti e pennelli per un “trucco solidale”. Se qualcuna suggerisce si sia trattato solo di un consiglio per evitare pasticci sul viso, altre riportano che truccarsi equivalga a un atto di maleducazione, un gesto “poco da signora”.

Cosa accade in Giappone

Nel Paese del Sol Levante la questione ha una valenza culturale da non sottovalutare. Il Governo nipponico è impegnato, infatti, nella promozione della figura femminile per porre rimedio al sessismo e differenza di generi ma con la campagna pubblicitaria contro il trucco in metro è stato fatto un bel balzo indietro. La compagnia ferroviaria privata Tokyu Corporation ha prodotto una pubblicità in cui una ragazza imbronciata canta rivolgendosi alle due ragazze sul vagone invitandole a smettere di truccarsi per “non diventare brutte”. In Giappone esistono diverse linee guida da osservare in metropolitana, ad esempio si invita a: togliere gli zaini dalle spalle una volta saliti, non mangiare e non parlare al cellulare nei vagoni. Con questo l’azienda spera di scoraggiare le pendolari dal continuare con questa pratica. Alcune si dicono anche d’accordo con la proposta, ma contestano i toni e i termini usati: “La compagnia è libera di dire che non ci si deve truccare sui mezzi, ma non ha il diritto di giudicare se una donna è bella o brutta con o senza trucco“. Inoltre, perché non estendere quello che ha tutta l’aria di essere un divieto anche a chi ha scarsa igiene o puzza di alcool e vomito?

La compagnia ferroviaria dichiara di aver ricevuto tanti feedback positivi sulla campagna e non ha intenzione alcuna di ritirare la pubblicità. Il dibattito è aperto: truccarsi sui mezzi: sì o no? A voi la parola.

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